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Come coltivare Echinacea purpurea

Echinacea purpurea è una pianta erbacea perenne originaria del Nord America, dove cresce nelle praterie, raggiungendo anche oltre il metro di altezza. E’ diventata molto famosa anche tra noi europei (un po’ di più nel sottogruppo ipocondriaci, a cui appartengo) alla continua ricerca di qualcosa che stimoli il nostro sistema immunitario contro il logorio dei virus post moderni. E in effetti la sua fama è dovuta al suo utilizzo in fitoterapia come immunostimolate.

Noi siamo convinti che sia anche un’ottima pianta da giardino, grazie alla sua esuberante fioritura rosa intenso (ma ci sono anche altri colori), che inizia a luglio e continua per tutta l’estate, per questo non manca mai tra le nostre semine e nel nostro catalogo. Chiaramente siamo consapevoli che molte persone la utilizzano per autoproduzioni varie, e come ogni nostra pianta non viene irrorata con nulla che possa nuocere alla salute.

Il terreno e l’acqua

Essendo una pianta che nasce come spontanea, Echinacea purpurea ha in sè la tenacia delle “erbacce” ( ci perdonino lor signore per questa espressione), e una volta ben acclimatata si rivela davvero resistente ai tanti sgarbi che la stagione estiva può fare. Nondimeno resiste alle gelate (hardiness zona 3-8), che supera brillantemente rifugiandosi sotto terra, lasciando lavorare le radici, mentre sopra rimane solo il secco, a ricordarci la circolarità del tempo. Perché ciò avvenga, però, è indispensabile una messa a dimora accorta, scegliendo terreni ben drenati. Teme infatti un po’ i ristagni, soprattutto se prolungati, mentre può resistere per un po’ di tempo a periodi asciutti. Tuttavia per farla prosperare bisogna offrirle acqua regolare, sempre col solito metodo di cui parliamo sempre, ovvero meglio tanta acqua una tantum, che poca ogni giorno. Se il terreno è molto argilloso, una bella mescolata con la sabbia in fondo alla buca e via andare.

Concimazione

La concimazione è sempre un argomento molto relativo, il suolo fertile, curato, costruito negli anni ha tutto ciò di cui una pianta può aver bisogno, ma se il terreno è di nuova coltivazione, se è impoverito dallo sfruttamento di noi umani che ci crediamo padroni della Natura, allora un po’ di concime organico a lenta cessione quando la pianta ricomincia a vegetare potrà dare un bello sprint. Ma senza esagerare, non dobbiamo trasformarla in un lampione, basta mantenerla in salute, e anno dopo anno sarà sempre più rigogliosa.

Il riposo vegetativo

Come accennavamo sopra, l’inverno è per lei ciò che molti di noi sognano: il momento del riposo. A febbraio chi ha a che fare con lei per la prima volta inizia ad andare in ansia: è viva? è morta? dov’è?

Calma e sangue freddo: lei sa quando è il momento di uscire dalle umide, terrose tenebre, e se ne infischia della nostra impazienza. Nel terreno potremo vedere una piccola punta viola, da cui riprenderanno a spuntare le giovani e tenere foglioline, tanto amate dalle lumachine del quartiere. Se si vuole essere sicuri di non smarrirla, consigliamo di lasciare il secco fino alla ripresa vegetativa, oppue di piantare vicino un bastoncino come promemoria. Per il resto è una pianta facile, e se ben coltivata, senza forzature, senza concimazioni ipertrofiche, senza artifici, sarà anche affidabile stagione dopo stagione.

Impollinatori

Spesso si teme che piantare essenze alloctone possa andare a svantaggio degli insetti local, ma possiamo testimoniare che, anche se le piante spontanee della flora italica sono una garanzia per tanti piccoli animaletti, anche Echinacea purpurea è un porto di mare per api, farfalle e bombi, per questo è importante mettere a dimora piante non trattate con pesticidi. Noi ne abbiamo di tante specie, eccole QUI!

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