E’ possibile coltivare i campi e renderli produttivi, ma allo stesso tempo adottare tecniche sostenibili? Può l’agricoltura essere una risorsa per l’ambiente, per il il paesaggio e per affrontare le sfide del cambiamento climatico? Sono domande a cui i ragazzi di Cascina Bosco Fornasara hanno risposto in questa intervista, che vale la pena leggere fino in fondo, perché hanno diversi consigli per chi vuole impostare in questo modo la propria azienda agricola, ma non sa da dove cominciare.
Benvenuti sul nostro blog, volete raccontarci chi siete, che percorso avete e come siete arrivati alla coltivazione?
Siamo Roberto e Ilena, una coppia che ha abbracciato la sfida di trasformare una passione per la terra in un’opera d’amore per la natura e per le generazioni future. Il nostro percorso è stato un viaggio umano e spirituale che ci ha condotti alla coltivazione con un cuore aperto e una mente piena di sogni.
Roberto, con la sua laurea in scienze motorie, ha iniziato a lavorare nell’azienda agricola tradizionale di suo padre, immerso nelle sfide quotidiane dei campi. Tuttavia, la consapevolezza dell’impatto ambientale delle pratiche agricole convenzionali ha risuonato profondamente in lui, portandolo ad informarsi su metodi più sostenibili di coltivazione e a sperimentare l’agricoltura biologica applicata alla coltivazione del riso.
Dall’altra parte, io, Ilena, con il mio background in Antropologia culturale ed etnologia, ho trascorso un periodo di ricerca tra gli indigeni tzotzil del Chiapas, sperimentando la connessione profonda tra gli esseri umani e la terra che li sostiene.
Il destino ci ha riuniti nuovamente quando io vivevo a Bologna per studiare Antropologia e lui stava iniziando a intraprendere il suo percorso verso l’agricoltura biologica. La decisione di tornare alla cascina dei suoi nonni e costruire una famiglia è stata un’epifania, un momento in cui abbiamo capito che il nostro vero scopo era quello di proteggere e preservare la terra per le generazioni future.
Siamo tornati a lavorare in campagna con umiltà e passione. Sebbene le nostre lauree in scienze motorie e Antropologia culturale non fossero strettamente legate all’agricoltura, abbiamo coltivato la nostra conoscenza attraverso un’esperienza pratica e l’incoraggiamento dei nostri colleghi agricoltori.
Dedicandoci a corsi, imparando dai successi e dagli errori, abbiamo affinato le nostre competenze e acquisito una comprensione profonda del lavoro della terra. Ogni giorno, ci avventuriamo nei campi con un desiderio insaziabile di imparare e migliorare, consapevoli che l’arte della coltivazione è un processo continuo di scoperta e connessione con la natura.
Con i nostri figli, Cloe e Noah, come testimoni del nostro impegno, ci dedichiamo con passione alla coltivazione biologica, consapevoli che ogni gesto, ogni pianta, è un atto d’amore per la nostra terra e per il futuro che vogliamo costruire.
Come è nata la vostra azienda, cosa producete e dove è possibile trovare i vostri prodotti?
La terra che conduciamo è un’eredità frutto di enormi sacrifici, che iniziarono quando il nonno Natale, all’inizio degli anni Sessanta, scelse di separarsi dai suoi fratelli e di prendere in affitto i terreni che oggi sono i nostri, a Cascina Bosco.
La povertà rese difficili i primi anni di vita del nonno e della sua famiglia, poi, con l’avvento delle macchine e dei prodotti chimici, ci fu un graduale alleggerimento del lavoro e una crescita del guadagno. Grazie ai raccolti abbondanti, ai risparmi e ad una discreta dose di coraggio, riuscirono nel 1980 a comprare i terreni che prima conducevano come affittuari. Col passare degli anni il benessere entrò nelle loro vite e con esso un desiderio crescente di incrementare le produzioni e gli utili, a discapito dell’ambiente, dove campi sempre più grandi venivano spianati eliminando alberi e siepi.
Passarono i decenni, l’azienda si ingrandì e modernizzò e, gradualmente, con l’aiuto di tutti i membri della famiglia, si arricchì. Tuttavia, nel 2008, il desiderio crescente di tornare a un’agricoltura naturale ci spinse a tentare, inizialmente in piccoli campi, di ripristinare l’equilibrio tra natura e coltura, con l’obiettivo di restituire a quei terreni la vita che gli era stata tolta da anni di prodotti chimici e coltivazione intensiva, ricreando un ambiente sano in cui il riso potesse crescere in sinergia con alberi, siepi ed erbe.
Oltre a convertire tutta l’azienda all’agricoltura biologica e alla policoltura decidemmo così di ridurre al minimo il nostro impatto sull’ambiente, trasformando non solo il nostro modo di coltivare ma le nostre vite. In casa e in azienda cerchiamo di auto produrre quello che ci serve per vivere, dalle verdure ai cosmetici, recuperiamo gli scarti di lavorazione, come la lolla del riso, per farne materiale edile e utilizziamo energia prodotta da impianti fotovoltaici.
Il nostro proposito è quello di inglobare nell’attività e nel valore dei prodotti, la cura per il paesaggio e il rispetto per l’ambiente e chi lo abita.
Produciamo diverse tipologie di riso (Carnaroli, Baldo, Rosa Marchetti,Iarim aromatico, riso nero Ebano), ma anche altri cereali come avena, grani antichi, miglio e poi legumi, principalmente piselli e fagioli dall’occhio.
I nostri prodotti possono essere acquistati presso lo spaccio aziendale, sul nostro sito o in alcuni negozi o piccole rivendite di colleghi agricoltori.
Il vostro metodo di coltivazione è diverso da quello della maggior parte delle aziende tradizionali, ce lo raccontate?
La nostra azienda produce principalmente riso Carnaroli, riso Rosa Marchetti, miglio, piselli e fagioli seguendo i principi della policoltura, dell’agricoltura rigenerativa e dell’agroecologia, metodi che vanno oltre il biologico.
Si tratta di tecniche agronomiche che si basano sulla coltivazione di antiche varietà di cereali e legumi che vengono seminati in rotazione tra loro ed in consociazione ad erbe spontanee, siepi ed alberi. Non utilizziamo prodotti chimici di sintesi né concimi organici, ma lavoriamo in sinergia con la natura, promuovendo i meccanismi di autofertilità del suolo, facendo dell’agricoltura un’attività sostenibile, a tutela degli agro-ecosistemi.
Il nostro progetto di agricoltura biologica si basa sulla sinergia tra natura e coltura e l’obiettivo ultimo di ogni nostro sforzo è quello di ricreare un habitat distrutto da decenni di monocoltura, coltivazione intensiva e prodotti chimici di sintesi.
Non si tratta solo di coltivare senza utilizzare prodotti chimici di sintesi, ma di cambiare il modo di intendere l’agricoltura passando da una mentalità “estrattiva”, di sfruttamento delle risorse, ad una di rispetto e conservazione di tutto ciò che vive e cresce sulla Terra.
Teniamo i terreni sempre coperti da vegetazione, evitiamo le arature, variamo le colture, lasciamo le rive inerbite e, soprattutto, piantiamo alberi. A migliaia.
In autunno, dopo aver raccolto il riso, lavoriamo superficialmente il terreno e seminiamo il sovescio, ovvero una miscela di colture erbacee che rimarranno in campo fino a primavera.
Lo scopo principale è quello di contrastare l’impoverimento del terreno dovuto alla coltivazione continua del suolo, come pure aumentare la biodiversità degli agroecosistemi e controllare infestanti e patogeni delle colture. Loietto italico, avena, trifoglio e veccia villosa, arricchiscono i nostri campi biologici di azoto organico che, a differenza di quello chimico, si lega alle particelle del terreno rimanendo a disposizione della pianta, non viene dilavato e non inquina le falde. In primavera, le erbe del sovescio, allettate e coperte dall’acqua, creano una pacciamatura verde, che impedisce a gran parte dei semi delle infestanti di germogliare, agendo da diserbo presemina naturale. L’obiettivo è seminare su un campo fertilizzato naturalmente e il più possibile libero da infestanti.
Secondo voi in che direzione dovrebbe andare l’agricoltura?
L’agricoltura dovrebbe evolversi verso un modello più sostenibile e resiliente che rispetti l’equilibrio tra le esigenze umane e l’ambiente. Questo significa adottare pratiche agricole che promuovano la salute del suolo, la biodiversità e la conservazione delle risorse naturali, riducendo al contempo l’uso di input chimici e il consumo di energia. Inoltre, l’agricoltura del futuro dovrebbe essere inclusiva e equa, garantendo la sicurezza alimentare e il sostentamento per gli agricoltori, oltre a fornire cibo sano e accessibile per tutti. La ricerca e l’innovazione svolgeranno un ruolo chiave nel migliorare le pratiche agricole e sviluppare nuove tecnologie per affrontare sfide come il cambiamento climatico e la scarsità di risorse. Inoltre, l’agricoltura dovrebbe integrarsi maggiormente con i sistemi naturali e favorire la rigenerazione degli ecosistemi, contribuendo così a mitigare gli effetti negativi sull’ambiente e ad adattarsi alle condizioni climatiche mutevoli. In definitiva, l’agricoltura del futuro dovrebbe essere un motore per la sostenibilità, la salute e la prosperità per le generazioni presenti e future.
Cosa consigliereste a un’azienda “tradizionale” come primi step per andare in una direzione di maggiore sostenibilità?
Per un’azienda tradizionale che desidera intraprendere un percorso verso maggiore sostenibilità, consigliamo di adottare una serie di primi passi fondamentali. Uno di questi è mantenere i terreni sempre coperti da vegetazione, ad esempio attraverso l’uso di cover crops, che sono coltivazioni temporanee che proteggono il suolo dall’erosione, migliorano la struttura del terreno e forniscono nutrienti quando vengono arate o integrate. L’utilizzo di sovesci, ovvero la semina di colture diverse o piante di leguminose, è un’altra pratica cruciale per ridurre la dipendenza dai fertilizzanti chimici, poiché queste piante sono in grado di fissare l’azoto atmosferico nel terreno, migliorando la fertilità in modo naturale. Le rotazioni colturali sono altrettanto importanti, poiché riducono la pressione dei parassiti e delle malattie, migliorano la struttura del suolo e possono aumentare la resa complessiva. Inoltre, lasciare le rive inerbite lungo i corsi d’acqua e introdurre siepi e alberi nelle zone marginali dell’azienda sono pratiche efficaci per promuovere la biodiversità, proteggere gli habitat naturali e fornire rifugi per insetti utili e animali selvatici. Questi primi step rappresentano un solido punto di partenza per un’azienda tradizionale che desidera avviarsi verso una gestione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Consigliate qualche lettura a chi voglia iniziare a studiare per migliorare l’impronta della propria azienda?
- “L’agricoltura biologica” di Renato Brolli e Pier Paolo Ceccarelli: Questo libro fornisce una panoramica completa dell’agricoltura biologica, coprendo temi come la gestione del suolo, la rotazione delle colture, il controllo delle infestanti e dei parassiti, e molto altro. Può essere un buon punto di partenza per chi desidera approfondire le pratiche agronomiche biologiche.
- “Manuale di agricoltura biologica” di Francesco Sottile: Questo manuale fornisce informazioni dettagliate sulla gestione di un’azienda agricola biologica, inclusi aspetti come la fertilizzazione, la lotta alle malattie e ai parassiti, e la certificazione biologica. Anche se non è specificamente centrato sui cereali e legumi, fornisce comunque una solida base di conoscenze sull’agricoltura biologica.
- “Agricoltura sinergica” di Emilia Hazelip: Questo libro si concentra su un approccio particolare all’agricoltura biologica chiamato “agricoltura sinergica”, che si basa sull’imitazione dei processi naturali per creare ecosistemi agricoli sostenibili. Anche se non si focalizza esclusivamente sui cereali e legumi, offre comunque idee interessanti e pratiche per chiunque voglia avvicinarsi all’agricoltura biologica.
- “Grains and Legumes in Organic Farming” di Marcin Baranski, Ulrich Köpke, e Maria Finckh: Questo libro fornisce una panoramica dettagliata delle pratiche e delle sfide specifiche legate alla coltivazione biologica di cereali e legumi. Si concentra su aspetti come la gestione del suolo, la rotazione delle colture, la lotta contro le infestanti e le malattie, offrendo suggerimenti pratici e approfondimenti scientifici.
Questi libri offrono una solida base di conoscenze per chiunque voglia avventurarsi nell’agricoltura biologica e forniscono consigli pratici e approfondimenti utili per migliorare l’impronta ambientale e la sostenibilità delle proprie aziende.